ALUNNO:
Danzi Federico CLASSE: 2^ B
AUTORE: Kurt Wasserfall TITOLO: " Lo scrigno miracoloso"CASA EDITRICE E ANNO DELLA 1^ EDIZIONE: Archimede, 2005GENERE: GialloPERSONAGGIO PREFERITO: il mio personaggio preferito è Torger, protagonista della storia e amico di Minona ,è orfano di entrambi i genitori, è un ragazzo molto coraggioso e quando si mette in testa una cosa, finchè non la porta a termine non è contento. Purtroppo anche lui viene colpito dalla peste, ma riesce a salvarsi.TRAMA : la storia è ambientata nel tardo Medioevo, a Dortmund, in Germania: la città è in preda ad una terribile epidemia di peste. Minona e Torger, due orfani, entrambi adottati, vogliono scappare, ma scoprono che il messo papale vuole ingannare gli abitanti della città, vendendo loro delle false reliquie (resti di corpi o vesti di una persona santa) e quindi i due ragazzi decidono di smascherarlo. Purtroppo tanti sono colpiti dalla peste, compresi Minona e Torger che devono farsi curare da Katharina, una curatrice. Per fortuna la sua pomata fa guarire i due ragazzi, i quali, dopo aver riacquistato le forze riprendono la loro missione. Riusciranno i nostri protagonisti a smascherare il messo papale?COMMENTO: il libro mi è sembrato appassionante e pieno di azioneTEMI TRATTATI: i temi trattati sono lamore, lamicizia, la malattia CONSIGLIO: consiglierei questo libro ad altre persone perché la vicenda è ambientata nel Medioevo e lo sfondo è quello della peste che cè stata davvero e quindi il libro è istruttivo e ti aiuta a capire la storia e la durissima vita che la gente faceva in quel periodo, quando era facile morire e quando i sentimenti prevalenti erano la paura e la superstizione.VOTO COMPLESSIVO: 8,5 PASSO SCELTO: "L intera città era stata messa in ginocchio
dallepidemia. Le chiese erano affollate di credenti che imploravano
pietà, le suore e i monaci facevano penitenza e si inginocchiavano
Nell orrore generale la gente dava sfogo alla paura della morte. Tutti
sentivano di non avere un futuro e si comportavano come se non ci fosse un
domani. I becchini si scavavano la propria fossa e vi ci si sdraiavano ad
attendere la morte. Le strade erano deserte
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